Dipinto su due lastre di vetr - Dimens. cm. -
giovedì 27 marzo 2008
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Eventi
“Arte di Vetro” - 12.02.2008 - l'Intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno
- Domani alle ore 17,30 presso la sede della Provincia di Foggia, in quel di Palazzo Dogana, sarà inaugurata la mostra “Arte di Vetro”. La rassegna, che raccoglie alcune delle opere più rappresentative dell’artista Simeone Monno, ex dipendente della Polizia di Stato, resterà aperta al pubblico sino al prossimo 28 febbraio. -
Abbiamo incontrato il protagonista di questa manifestazione e gli abbiamo posto alcune domande.
Simeone da cosa nasce la tua passione per la pittura?
E’ un amore che risale alla mia primissima infanzia, ho sempre adorato disegnare. Dalle matite colorate alla tela, poi, il passaggio è stato breve. Credo che dipingere sia un modo di evadere dal quotidiano, di esorcizzare un dispiacere, ma anche un mezzo per arrestare un impulso, una suggestione, e poterne ricordare le sensazioni, gli slanci.
Sei stato poliziotto per molti anni, immagino non sia stato semplice conciliare il trasporto artistico e l’impegno con la legge…
Ad essere sincero, è stato impossibile combinare il lavoro e la passione per la pittura. Quello del poliziotto non è un lavoro è una scelta di vita. Sei poliziotto, non lo fai. Lo sei quando indossi la divisa, lo sei quando non la indossi, quando sei a casa, in vacanza…Non volevo e non potevo togliere altro tempo alla mia famiglia, così per un lungo periodo della mia vita ho messo un po’ da parte l’amore per i pennelli, anteponendovi gli affetti familiari. Ho preferito spendermi per cercare di svolgere al meglio il ruolo di papà per i miei tre figli e quello di marito con mia moglie. Spero di esservi riuscito…
Il commiato dalla polizia ha segnato, quindi, un ritorno di fiamma per i quadri. Ora però dipingi su vetro. Da cosa scaturisce questa svolta?
E’ una scelta che è maturata a seguito di un viaggio in Umbria. I miei figli studiano a Perugia e, durante una sortita nel capoluogo umbro, ho avuto modo di conoscere un artista di strada che utilizzava questa tecnica. Ho potuto ammirare, nell’operato di quel ragazzo, l’efficacia del vetro nel restituire vivacità ai soggetti ritratti, nell’esaltare l’intensità cromatica di un paesaggio. Una forza che manca alla tela e che di contro il vetro, pur nella sua fragilità strutturale, riesce invece a mantenere. Per assicurare, poi, un senso di maggiore profondità e una certa tridimensionalità ai lavori ho preso a dipingere su più vetri, di modo che, incorniciandoli e giustapponendo le diverse superfici, i quadri potessero garantire quest’effetto.
Quali sono i soggetti che prediligi? Cos’ami maggiormente rappresentare?
Mi diletto un po’ in tutto, dai ritratti, ai paesaggi, a tematiche a sfondo più religioso. Ciò che dipingo è frutto dello stato d’animo di un momento, di diverse sensazioni, di impulsi differenti che di volta in volta mi afferrano la mano ed il cuore…
Questa mostra in conclusione cosa rappresenta per te? Quali sono le basi da cui prende le mosse, quali, eventualmente le aspettative?
“Arte di Vetro” è un modo per ringraziare mia moglie ed i miei figli, che mi sono sempre stati vicino, mi hanno sostenuto ed incoraggiato, non solo nell’esperienza artistica, ma durante ogni istante trascorso insieme. Ogni singolo quadro, infatti, è frutto del lavoro, dei consigli, dell’affetto, della gioia che hanno saputo darmi. E’ un modo per fissare nei loro cuori, attraverso il ricordo che avranno di questi giorni, tutto l’amore che provo ed ho sempre provato per tutti loro.
Per quel che riguarda le aspettative, spero anzitutto che la gente possa gradire ed apprezzare ciò che vedranno. Auspico, poi, che i visitatori possano partecipare della grande emozione che sta accompagnando questi giorni.
- Domani alle ore 17,30 presso la sede della Provincia di Foggia, in quel di Palazzo Dogana, sarà inaugurata la mostra “Arte di Vetro”. La rassegna, che raccoglie alcune delle opere più rappresentative dell’artista Simeone Monno, ex dipendente della Polizia di Stato, resterà aperta al pubblico sino al prossimo 28 febbraio. -
Abbiamo incontrato il protagonista di questa manifestazione e gli abbiamo posto alcune domande.
Simeone da cosa nasce la tua passione per la pittura?
E’ un amore che risale alla mia primissima infanzia, ho sempre adorato disegnare. Dalle matite colorate alla tela, poi, il passaggio è stato breve. Credo che dipingere sia un modo di evadere dal quotidiano, di esorcizzare un dispiacere, ma anche un mezzo per arrestare un impulso, una suggestione, e poterne ricordare le sensazioni, gli slanci.
Sei stato poliziotto per molti anni, immagino non sia stato semplice conciliare il trasporto artistico e l’impegno con la legge…
Ad essere sincero, è stato impossibile combinare il lavoro e la passione per la pittura. Quello del poliziotto non è un lavoro è una scelta di vita. Sei poliziotto, non lo fai. Lo sei quando indossi la divisa, lo sei quando non la indossi, quando sei a casa, in vacanza…Non volevo e non potevo togliere altro tempo alla mia famiglia, così per un lungo periodo della mia vita ho messo un po’ da parte l’amore per i pennelli, anteponendovi gli affetti familiari. Ho preferito spendermi per cercare di svolgere al meglio il ruolo di papà per i miei tre figli e quello di marito con mia moglie. Spero di esservi riuscito…
Il commiato dalla polizia ha segnato, quindi, un ritorno di fiamma per i quadri. Ora però dipingi su vetro. Da cosa scaturisce questa svolta?
E’ una scelta che è maturata a seguito di un viaggio in Umbria. I miei figli studiano a Perugia e, durante una sortita nel capoluogo umbro, ho avuto modo di conoscere un artista di strada che utilizzava questa tecnica. Ho potuto ammirare, nell’operato di quel ragazzo, l’efficacia del vetro nel restituire vivacità ai soggetti ritratti, nell’esaltare l’intensità cromatica di un paesaggio. Una forza che manca alla tela e che di contro il vetro, pur nella sua fragilità strutturale, riesce invece a mantenere. Per assicurare, poi, un senso di maggiore profondità e una certa tridimensionalità ai lavori ho preso a dipingere su più vetri, di modo che, incorniciandoli e giustapponendo le diverse superfici, i quadri potessero garantire quest’effetto.
Quali sono i soggetti che prediligi? Cos’ami maggiormente rappresentare?
Mi diletto un po’ in tutto, dai ritratti, ai paesaggi, a tematiche a sfondo più religioso. Ciò che dipingo è frutto dello stato d’animo di un momento, di diverse sensazioni, di impulsi differenti che di volta in volta mi afferrano la mano ed il cuore…
Questa mostra in conclusione cosa rappresenta per te? Quali sono le basi da cui prende le mosse, quali, eventualmente le aspettative?
“Arte di Vetro” è un modo per ringraziare mia moglie ed i miei figli, che mi sono sempre stati vicino, mi hanno sostenuto ed incoraggiato, non solo nell’esperienza artistica, ma durante ogni istante trascorso insieme. Ogni singolo quadro, infatti, è frutto del lavoro, dei consigli, dell’affetto, della gioia che hanno saputo darmi. E’ un modo per fissare nei loro cuori, attraverso il ricordo che avranno di questi giorni, tutto l’amore che provo ed ho sempre provato per tutti loro.
Per quel che riguarda le aspettative, spero anzitutto che la gente possa gradire ed apprezzare ciò che vedranno. Auspico, poi, che i visitatori possano partecipare della grande emozione che sta accompagnando questi giorni.
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